A Nuoro, nel nome di Asproni, il ricordo di Porta Pia
Redazionale

Nello storico Bar Cambosu di Nuoro, a un… tiro di schioppo dall’episcopio e dallo storico seminario diocesano – distanza e finestre che evocano un noto episodio della biografia del vescovo Salvator Angelo Demartis occorso nei tempi di poco precedenti i moti di “su connottu”! – , il professor Annico Pau, già sindaco del capoluogo barbaricino, terrà a mezzogiorno del prossimo sabato 20 settembre una conversazione celebrativa della storica breccia di Porta Pia e della “questione romana” che l’accompagnò per diversi decenni.
L’iniziativa della sezione nuorese dell’Associazione Mazziniana Italiana si mette in fila con numerose altre promosse della stessa modesta ma nobile comunità mazziniana locale, che riunisce repubblicani e sardisti storici – quelli che ci credevano e coltivavano la religione del Risorgimento! – e socialisti e liberali ed altri ancora senza specifiche appartenenze.
Tutto si deve – s’intende il ricordo e la riflessione etico-civile –, e merita rilevarlo, a quanti ancora rimangono indenni dalle mortificanti avarizie della società liquida che ormai ha annegato idealità e scuole di pensiero, quelle idealità e scuole di pensiero della democrazia che hanno realizzato quanto di positivo le giovani generazioni si sono trovate a vivere oggi nell’ordinario e che però ancora esige un permanente contributo di generose applicazioni.
Il suffragio universale (compreso quello popolare e femminile) e lo status di cittadinanza (invece che di sudditanza alla dinastia), la repubblica e la separazione fra Stato e Chiesa, le libere istituzioni rappresentative e la scuola pubblica, la libertà-e-giustizia coniugate nell’ispirazione legislativa ed amministrativa e le autonomie territoriali nel responsabile sentimento della unità della patria, il tanto di benessere – ancorché non equamente distribuito quanto dovrebbe essere – e l’afflato democratico europeista, tutto è stato risultato di conquiste faticose, fra guerre, ostilità reazionarie antiche e recenti, regimi totalitari e cascami di conformismo che ancora imperversano mischiati al qualunquismo plebeo e sovente volgare.
La stessa attuale presidenza dell’AMI non è stata indenne da sbandate deprecabili, ma proprio per questo la sezione Giorgio Asproni, attiva nel cuore della Sardegna, può vestire un orgoglio di purezza che apprezziamo e ammiriamo. (gf. m.)
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