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Enrico Deplano

Bacaredda oltre le frasi apocrife

La lungimiranza del sindaco è un modello per il presente, non eclissabile da parole naif attribuitegli dagli avversari politici

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Interessante coincidenza che, nel mese che precedette e preparò il maggio cagliaritano del 1906, venisse proiettato a Cagliari il film "La sfortunata regina Maria Antonietta di Francia".

La frase attribuita al sindaco Ottone Bacaredda "Se non potete comprar triglie, contentavi del baccalà" sembra infatti mutuata da quella attribuita alla regina: "S'ils n'ont plus de pain, qu'ils mangent de la brioche!".

In entrambi i casi si suppone trattarsi di aneddoti spurii  creati ad arte per caratterizzare un avversario politico additandolo, alla gente esasperata, come personaggio insensibile ed arrogante, in pratica un nemico del popolo.

Di certo vi è che nessun uomo politico può essere sempre all'altezza della situazione.        Se Bacaredda aveva ed avrebbe ancora avuto straordinari meriti, la sua classe dirigente non riuscì all'epoca ad interpretare il malcoltento popolare come espressione di una reale e profonda crisi, diffusa a livello nazionale e causata da fattori sistemici.

Certi errori possono indebolire una carriera politica o una reputazione, per evidenti ragioni, ma non non dovrebbero cancellare i meriti acquisiti, che una ricostruzione storica attenta riesce in ogni caso a riconoscere e omaggiare.

Per questo si può vedere come decisamente opportuno oggi, nel centenario della scomparsa di Ottone Bacaredda, chi scriva con serenità, come qui è stato fatto, su sue défaillances vere o presunte, che non alterano nel complesso la statura del politico e dell'uomo di cultura.

Quella del sindaco per antonomasia della città resta infatti una figura soprattutto positiva, alla cui memoria possiamo dirci legati da molteplici vincoli ideali.

Non si tratta di un'operazione nostalgica della Belle Epoque, ma di ispirarsi a uno spirito lungimirante, nell'immaginare, progettare e programmare oggi il futuro della città e del suo territorio, con soluzioni all'altezza di quanto si seppe osare in quella fase storica.

Le sfide economiche, infrastrutturali ed urbanistiche poste dal XXI secolo richiedono oggi, ai decisori politici, doti di immaginazione strategica e di coraggio che non difettarono nel tardo XIX secolo, ma che non sempre sono state presenti nel XX secolo, la cui eredità perdura per inerzia anche in questo nuovo millennio.

Anche e soprattutto a questo divrebbe servire promuovere la conoscenza dell'azione riformatrice di Bacaredda, come esempio e stimolo per il presente.

E.D.


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