Caso Bovio-Mattarella. Trave e fuscello, fra Cagliari e Milano passando per Roma. Una lettera in redazione e il profilo del… Cavaliere Nero
Redazionale
La scorsa domenica 26 giugno 2022 è arrivata alla redazione della nostra piattaforma on line una lunga email recante come mittente “segnalazione.goi” e come oggetto “Segnalazione a seguito dell’Articolo di Luigi Bisignani sul Grande Oriente d’Italia”.
La nota, che sembrerebbe essere circolata anche presso giornali del continente, fa riferimento a vicende interne alla maggiore comunione massonica nazionale, con una zoomata su certe conflittuali relazioni fra il suo vertice con sede nella capitale e la dirigenza lombarda. In tale contesto Giornalia.com è stata chiamata in causa poiché per due anni interi aveva ospitato numerosi articoli e post di commento d’opposto segno più direttamente riguardanti aspetti della vita associativa massonica sarda. Tutto quello che era pervenuto noi lo abbiamo pubblicato, offrendo il libero spazio ad ogni posizione: diciamolo pure, ad ogni cronaca e ad ogni riflessione.
Ora questo nuovo documento, con i suoi allegati ed i suoi link. Esso, se bene l’abbiamo compreso, pone il problema della credibilità dell’attuale vertice del GOI che, non avendo voluto vedere l’obiettivo scempio perpetrato a Cagliari, perfino con gli insulti al capo dello Stato e molte volgarità – insulti e volgarità che pur pesavano mille –, avrebbe ipotizzato un dubbio “gran reato d’opinione” a Milano misurato, al massimo, zero virgola cinquanta. Insomma, trave e fuscello.
Al solito, noi siamo testimoni e non parte in causa, siamo terreno neutro di confronto di giudizi e nulla di più, e soltanto confermiamo, con spirito liberale, l’ossequio pieno alle istituzioni della Repubblica con tutto quanto esse comprendono, fino al patriottismo del venticinque aprile.
Per correttezza verso chi consulta il nostro sito, vogliamo però aggiungere due precisazioni che ci riguardano.
Abbiamo chiesto al nostro amico e collaboratore Gianfranco Murtas (autore di trenta documentatissimi libri - dei centoventi da lui dati alle stampe nell'ultimo quarantennio - e almeno duecento articoli sulla storia massonica sarda dal tardo Settecento alla granmaestranza Corona) cosa pensasse della lettera pervenuta in redazione e da noi a lui proposta in lettura. Ci ha risposto, via email, con poche parole: «Non credo giusto né utile alcun commento mio su questioni interne al Grande Oriente, la cui storia umanistica e civile sempre ammiro. Quel che la coscienza mi imponeva di dire e scrivere l’ho detto e scritto in tante cartelle che sono pubbliche ora anche nel cartaceo. Adesso che non sto bene, mi sono rimasti solo i sogni: il primo è quello di un mondo di coscienze libere e di schiene dritte».
La seconda precisazione riprende un altro messaggio pervenuto in redazione, ma da considerarsi “confidenziale” seppure siamo stati invitati a riferirne alla prima occasione, il che oggi facciamo soltanto accennando al tema. Si sarebbero candidati a un prossimo rinnovo delle cariche regionali due dirigenti verso i quali già sarebbe montata una riserva importante: verso uno perché il suo nome-cognome compare nella pagina facebook che noi stessi avevamo riprodotto pixelandola e recante un villano dito medio indirizzato a Giovanni Bovio quattro volte replicato e idealmente anche ad altri; verso l’altro perché, dopo essersi candidato a un qualche ruolo in una lista “di parte”, aveva continuato a svolgere le funzioni di giudice (da esse cessando soltanto pochi giorni fa).
Non compete a noi, nel caso specifico, indagare e validare o no quanto riferitoci.
Ecco il testo della lettera pervenutaci.
I tempi della cronaca a volte non sono immediati. Vi scriviamo a distanza esatta di due mesi (24 aprile) dall’articolo pubblicato su Il Tempo di Roma (https://www.nicolaporro.it/macron-vaticano-rai-ce-una-manina-della-massoneria/) in cui l’attento osservatore Luigi Bisignani ventilava che “qualcosa” si stesse muovendo nella massoneria del Grande Oriente d’Italia.
Ebbene, negli ultimi dieci giorni c’è tutta l’avvisaglia di un tornado. I fatti sono in parte già conosciuti, in parte no.
Partiamo da quelli conosciuti: il rinnovo della Gran Maestranza che ci sarà con le elezioni del 2024 ha già aperto un periodo pre-elettorale incandescente. Molte voci, tra cui quella di Luigi Bisignani, vogliono il Gran Maestro Stefano Bisi pronto al “tris” (come il suo predecessore Gustavo Raffi), o – in subordine – a dare il proprio appoggio fattivo ad una lista vicina agli ambienti più meridionali della Comunione. I quali sono però anche quelli maggiormente a rischio di collusione con il malaffare. Vedasi la recente inchiesta https://reggio.gazzettadelsud.it/foto/cronaca/2022/05/10/controllavano-le-attivita-a-roma-scoperta-una-cellula-della-ndrangheta-43-misure-cautelari-3b085577-26e3-42b7-b8d0-35a71ba06a45/#.Yntb9UaxM-I.whatsapp che ha costretto il Gran Maestro ad un’ondata di epurazioni tra le fila dei fratelli (addirittura un Maestro Venerabile di una Loggia della capitale).
In questo clima, cioè tra gli affari economici collegati alla neonata Fondazione (che gestirà le ingenti proprietà immobiliari dell’Ordine) e le indagini dell’anti-mafia, era però da tempo partita anche un’altra “ondata”, quella delle Tavole d’Accusa che stanno piovendo sui possibili candidati alla Gran Maestranza in quota “opposizione”. Tra questi, la resa dei conti più dura si sta avendo contro il Presidente del Collegio della Lombardia, l’avv. Tonino Salsone, ed il prof. Claudio Bonvecchio, anima nobile della Comunione, che ricopre a tutt’oggi l’incarico di Gran Maestro aggiunto.
La Tavola d’accusa contro i due è del 15 marzo, ma recentemente un altro provvedimento, datato 10 giugno, si propone di dare il colpo di scure finale ai due imputati. Un Decreto (N° 363/SB) dispone infatti una Ispezione Magistrale verso il Consiglio dei Maestri Venerabili di Milano. Alla ricerca, evidentemente, di prove contro il Presidente del Collegio Tonino Salsone.
Il tutto si prefigge di arrivare non tanto alle condanne, che poco o nulla interessano, quanto alle sanzioni accessorie: la più proficua per Bisi sarebbe l’interdizione dalla “cariche sociali” per il tempo necessario ad impedire candidature in ottica 2024 ed appoggi influenti.
Ma qua, caro Direttore, è entrato in scena l’imprevisto… un imprevisto con mantello, spada e Croce Templare! Insomma, l’abbigliamento di un personaggio d’altri tempi: un “Cavaliere Nero”.
Si dà il caso, infatti, che il braccio armato per la Tavola d’Accusa a Salsone e Bonvecchio sia il fedelissimo (a Bisi) fratello Michele Pietrangeli, cagliaritano e Grande Oratore in carica (una sorta di Pubblico Ministero) del Grande Oriente d’Italia. Il quale, attaccando i due accusati, gli imputa di non aver dimostrato “senso civico” e “rispetto istituzionale” come co-autori di un commento, rilasciato a mezzo Facebook, in cui veniva affermato, a proposito della rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale: «Niente da dire sull’elezione del Presidente Sergio Mattarella, che aveva espresso la volontà di non essere più rieletto e va ringraziato … Molto da ridire su di una democrazia incapace di essere se stessa, eleggendo un successore di Mattarella alla Presidenza della Repubblica».
Un commento che era sembrato ai più troppo blando per giustificare la richiesta al Presidente della Corte di Giustizia Centrale del GOI dell’adozione di una punizione contro gli interessati. Ma ancor di più oggi! Dopo l’entrata in scena del “Cavaliere nero”.
Veniamo così ai fatti odierni: sul Canale Telegram denominato “Il Cavaliere Nero”, nato alla fine di febbraio e rivolto ai fratelli più attenti alle vicende interne della Comunione, viene pubblicato un documento a firma “Fratelli cagliaritani” in cui si riferisce e si dà resoconto grafico di una vicenda a tratti incredibile: nel 2019 e nel 2020 la Sede regionale sarda del Grande Oriente d’Italia (che è anche Palazzo storico) ospitò infatti una serie sostenuta di riproduzioni fotografiche in cui venivano oltraggiati, con frasario e montaggi scurrili e parafascisti, nientemeno che i Busti lì conservati del patriota Giuseppe Mazzini e del filosofo repubblicano Giovanni Bovio (che fu anche Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia e 33° Grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato).
Non solo: tra i tanti montaggi diffusi a mezzo social anche frasi irriguardose verso il Presidente emerito Giorgio Napolitano, il Presidente Sergio Mattarella ed il Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, oltre ad insulti verso la Repubblica Italiana e la classe politica democraticamente eletta. Il tutto condito con altri insulti ad altri Fratelli e fenomeni di furto e danneggiamento degli arredi.
Autore di tali condotte non era un Fratello qualsiasi, ma addirittura il Presidente del Consiglio dei Maestri Venerabili di Cagliari! Che agiva insieme ad altri, alti Dignitari della sua Loggia, la Kilwinning sempre di Cagliari.
Tali fatti furono persino denunciati ufficialmente, sia al Grande Oratore Michele Pietrangeli che al Gran Maestro Stefano Bisi, da un Fratello della Comunione, tramite una circostanziata Tavola d’Accusa (poi ritirata o, forse, fatta ritirare) proposta verso il responsabile di tali condotte (reperibile sul Canale Telegram de "Il Cavaliere Nero"). Ma entrambi preferirono coprire ed insabbiare la vicenda, che nel frattempo era però approdata sulla stampa, con un articolo prodotto sul primo quotidiano della Sardegna “L’Unione Sarda”. Nel bel mezzo della vicenda anche un accorato richiamo, durante una riunione del “Collegio dei Maestri Venerabili della Sardegna” (riunione del 18 luglio 2020) e da parte del Grande Oratore Pietrangeli, all’omertà dei Fratelli sui fatti che, nel frattempo, stavano facendo sempre più scalpore. Non solo: nel corso della suddetta riunione veniva anche “scomunicato” colui che nel frattempo, giornalista da sempre vicino al Grande Oriente d’Italia (anche con pubblicazioni sulle riviste “Hiram” e “Massonicamente”), aveva preso a denunciare i fatti, lo storico della massoneria Gianfranco Murtas.
Tutto ciò mentre nessun provvedimento veniva preso contro il maggiore responsabile dei fatti incresciosi, che anzi, contiguo al potere consolidato del suo protettore Pietrangeli, continua ancor oggi ad essere insignito di alte onorificenze ed a ricoprire cariche come quella di “Referente” per il Grande Oriente d’Italia nelle manifestazioni culturali cittadine e regionali che vedono il coinvolgimento dell’Ordine. Tutto ciò sempre attestato dal documento diffuso dai Fratelli sardi.
Un’ulteriore polemica è poi scaturita dalla nomina ad Ispettore Magistrale per l’ispezione a Milano di un Fratello, cagliaritano come il Grande Oratore Pietrangeli, già testimone d’accusa per la Tavola elevata contro Tonino Salsone e Claudio Bonvecchio. Circostanza apparsa a tantissimi Fratelli della Comunione sospetta.
Come è possibile, si sono domandati in tanti, che una stessa persona – peraltro vicinissima a chi nell’occasione funge da Pubblico Ministero – possa essere, allo stesso tempo, teste d’accusa ed Ispettore Magistrale in casa dell’accusato?
Domande a cui il Gran Maestro Stefano Bisi, almeno per ora, non vuole rispondere. Ma certo è che la polemica è divampata rovente, e da più parti si chiedono le dimissioni del Grande Oratore e del Presidente del Collegio sardo Caddeo. Dimissioni che però significherebbero una sciagura, in chiave elettorale, per il Gran Maestro Stefano Bisi, che conta di poter avere dalla sua parte i voti sardi (1.300 fratelli su un totale di 23.000) in vista dell’appuntamento del prossimo anno.
Intanto, come contromossa, la e-mail del Cavaliere Nero è stata bloccata sul server centrale che gestisce la posta elettronica ufficiale delle Logge della Comunione. Basterà questo ad evitare l’imminente tempesta? Basterà ritirare la Tavola d'Accusa contro Tonino Salsone e Claudio Bonvecchio per riportare la serenità tra i grembiuli della più numerosa comunità iniziatica nazionale?
Fonte: www.cavnero.eu
In allegato, per controllo sulla veridicità della affermazioni riportate:
• Documento “Questione Cagliari”
• “Missiva al Gran Maestro”
• Tavola d’Accusa vs. C. Bonvecchio e T. Salsone
• Decreto Ispezione Magistrale vs. Consiglio MM:.VV:. di Milano
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