La giornata di ieri, sabato 13 gennaio, è stata particolarmente travagliata sul Canale massonico Telegram de "Il Cavaliere Nero", Canale che segue la campagna elettorale per il rinnovo della Gran Maestranza nel Grande Oriente d'Italia.
Come un fulmine a ciel sereno, alle ore 10:50 di mattina, è arrivata la notizia che il "Circolo Guglielmo Miliocchi di Perugia" aveva preso possesso (non si sa come) di parte della corrispondenza privata intercorsa tra lo studioso sardo della Massoneria Gianfranco Murtas e il Direttore della Rivista di Studi Storici del G.O.I., "Massonicamente", prof. Giovanni Greco, a proposito dell'Affaire Bovio-Mazzini-Mattarella.
Colpo grosso per i perugini, definitisi "sentinelle antifasciste nel G.O.I.", poiché quella corrispondenza iniziava a far gola a molti, interessati a comprendere quale fosse stato, effettivamente, il ruolo del prof. Greco nella vicenda dei busti di Giuseppe Mazzini e Giovanni Bovio oltraggiati nella sede della Massoneria cagliaritana, lo ricordiamo: da colui che nel 2019/2020 ricopriva la carica di Presidente del Consiglio dei Maestri Venerabili di Cagliari, ed era nel contempo Maestro Venerabile della tremenda Loggia Kilwinning "all'Oriente" (così si dice in Massoneria) del Capoluogo sardo.
Insomma, una trama da film di spionaggio, con tanto di "ultimatum" di 48 ore (poi non rispettato), a Greco, per chiarire la sua posizione, prima della pubblicazione del materiale. Avvenuta successivamente tramite link ad un sito estero di trasferimento file, poi replicato in serata su altra piattaforma.
Nelle ore più concitate della vicenda, in cui sul Canale de "Il Cavaliere Nero" si rincorrevano le voci più disparate (anche quella di un presunto malore del quale sarebbe stato vittima il prof. Greco, conseguente alla divulgazione – non autorizzata – dei file che lo riguardavano), il nostro Direttore editoriale Andrea Giulio Pirastu apriva con l'avv. Pasquale La Pesa, candidato Gran Maestro del G.O.I., un canale di dialogo, volto a ricercare una via d'uscita che potesse risultare onorevole e soddisfare tutte le parti in causa.
In calce diamo conto di questa interlocuzione, a beneficio della sempre più numerosa comunità dei lettori di Giornalia:
Mail delle ore 16:45
Caro avvocato,
non immaginavo di dover far seguire, a distanza ormai di quasi una settimana, la mia email dell'8 gennaio scorso, con la quale, credo correttamente – anzi molto correttamente –, trasferivo a lei (che a tal proposito mi aveva interessato e richiesto) la decisione ultima, da valutarsi in termini di onesta opportunità, e con trasparenza di argomenti, della pubblicazione della corrispondenza intercorsa fra Gianfranco Murtas e Giovanni Greco nel corso del 2020, relativamente al caso "Mazzini-Bovio-Mattarella" ed all'altro collegato relativo alle schede sulle case non Urbs della Sardegna.
Non ho avuto nel frattempo un Suo riscontro, e dall'altra parte io sono invece "subissato" (è il verbo giusto) da richieste che mi arrivano da tutte le parti – incluso da ultimo il canale del cosiddetto Cavaliere Nero –, nella convinzione che io detenga i materiali che si vogliono, da una parte o dall'altra dei candidati alle varie cariche prossime al voto massonico, rendere noti come si intendesse dare onore o, al contrario, togliere onore a taluno dei nominativi in competizione.
In quanto responsabile della testata di giornalismo partecipativo – e ribadisco qui la terzietà assoluta, di natura – di Giornalia.com rispetto a tutti i competitori d'oggi come a tutte le lobbies portatrici di legittimi interessi particolari, ma non terzietà rispetto ai valori della legalità repubblicana e al riguardo dovuto alle cariche dello Stato, alla democrazia ed alle istituzioni della Repubblica, mi trovo ora nella necessità di dare comunque una risposta a chi mi interpella.
Debbo perciò tornare a Lei e chiedere le Sue determinazioni: se dare seguito al Suo originario desiderio di mettere tutte le carte sulla tavola, oppure rinunciarvi nel nome di più responsabili valutazioni.
Da Gianfranco Murtas, che ancora oggi ho sentito al riguardo, ho avuto la conferma della propria disponibilità a conformarsi alle Sue decisioni e recisa contrarietà a favore di alcuna pubblicazione di materiale riservato, se non con il contemporaneo consenso del corrispondente, da parte di terzi.
Io auspico vivamente che questo materiale non sia finito nella disponibilità altrui, e si possa così, bypassando sia Murtas che Greco, raggiungere obiettivi da riferirsi, forse incongruamente, alla attuale gara elettorale.
Resta tutto chiaro per quanto riguarda Giornalia.com: non si tocca, non si offende il capo dello Stato così come invece da parte di taluno è stato fatto con la copertura dei vertici regionali e nazionali del GOI, non si offende la democrazia repubblicana, vorrei dire – e mi aggiungo io che sono di formazione salesiana! – neppure si possono offendere i grandi del Risorgimento e del post-Risorgimento come Mazzini e Bovio, grazie alla cui semina noi abbiamo oggi la democrazia invece del liberalismo autoritario e la Repubblica invece della Monarchia.
Attendo fiducioso. Con molta cordialità, Andrea Giulio Pirastu
Mail delle ore 22:22
Caro Direttore,
come certamente Le sarà noto, nonostante il gesto di garbo e signorilità di Gianfranco Murtas e la lettera che ho molto apprezzato – compreso l'invito a visitare la vostra splendida terra di Sardegna – ignoti terzi hanno unilateralmente ed illegittimamente deciso di pubblicare la corrispondenza intercorsa tra due soggetti privati, commettendo peraltro una serie di reati esclusivamente per finalità..."elettorali".
Ma questo qualifica ampiamente lo spessore morale ed etico di chi ha posto in essere queste condotte delittuose.
Peraltro, come era ampiamente prevedibile, al di là dei reciproci e sinceri attestati di stima tra Gianfranco Murtas e Giovanni Greco, questi ignobili anonimi "leoni da tastiera" hanno messo in risalto, in maniera assolutamente strumentale, solo alcuni stralci delle missive che, a loro modo di vedere, erano utili per poter insultare un gentiluomo come Giovanni Greco, così come lo stesso è stato incredibilmente e altrettanto strumentalmente coinvolto nella vicenda delle schede delle case Urbs avvenuto dieci anni prima e nella quale non ha avuto, neppure remotamente, alcun ruolo, né nella acquisizione delle schede, né nella redazione del libro e né, tantomeno, nella commercializzazione dello stesso.
È paradossale, come scrivevo nella mia precedente missiva, che nonostante i colpevoli silenzi di decine di persone e di associazioni che, in forza dei ruoli istituzionali ricoperti, avevano il "dovere" di intervenire, alla fine della fiera il "colpevole" di questa situazione sembra essere solo il direttore della rivista di storia del G.O.I. (la cui missiva, ad ogni modo, va letta nella sua interezza per comprendere le ragioni di Giovanni Greco e non già ad usum delphini).
È appena il caso di rilevare, infatti, come nella missiva in questione, al di là della iniziale professione di modestia e di umiltà che va ad onore di un galantuomo come Giovanni Greco, quest'ultimo affermava di non poter intervenire anche perché non era a conoscenza di come si fossero effettivamente svolti i fatti "non respirando l'aria di Cagliari".
Ma tanto, come è noto, sui social va molto più di moda il commento sul commento, senza neppure aver preso cognizione della fonte.
Così come è paradossale che, per l'ennesima volta, proprio il busto di Giovanni Bovio (NdR: in realtà, stavolta, l'opera oltraggiata è "Il Cainita" di Francesco Ciusa), alla cui tutela il Murtas ha dedicato tanto tempo e passione civile, venga nuovamente dileggiato su questo canale Telegram proprio per mettere in cattiva luce Giovanni Greco e che tale comportamento, come scritto in precedenza, renda molto difficile la distinzione rispetto a coloro i quali vengono additati come responsabili dei “fatti cagliaritani”...
Ma, come esattamente da Lei rilevato, sono solo i frutti avvelenati di questa "gara elettorale" e chi non ha argomenti, proposte e progetti validi, può solo ricorrere, celandosi dietro lo schermo dell'anonimato, all'insulto e alla demonizzazione dell'avversario.
Io, dal canto mio, continuerò a fornire tutte le spiegazioni necessarie ed a rispondere espressamente solo ed esclusivamente a coloro i quali si qualificano con il loro nome e cognome (così come, ad esempio, avvenuto con Giornalia e con Murtas). Né tantomeno gli ignoti hanno nei miei confronti la "giustificazione" del timore di eventuali rappresaglie, non rivestendo io alcuna carica nel G.O.I.
Sono certo di aver fatto, per il momento e nella mia qualità di candidato, la mia parte, condannando fermamente gli episodi da Lei portati alla mia attenzione e auspicando che gli organi a ciò deputati possano fare definitiva chiarezza su quanto è successo a Cagliari.
Auguro a Giornalia, a Lei, a Gianfranco Murtas di trovare altrettanta adeguata difesa dei valori di legalità e democrazia repubblicana a cui ha fatto più volte riferimento nella nostra corrispondenza anche presso coloro i quali finora si sono distinti in questa vicenda unicamente per il loro silenzio.
In conclusione, La autorizzo comunque, ove lo ritenga, a pubblicare sia la presente che la mia missiva del 5 gennaio u.s.
Cordialità.
Pasquale La Pesa