La Massoneria italiana in imbarazzo: la CEN non sa che pesci pigliare
A sei lunghi giorni dalla tornata elettorale del 3 marzo la Commissione Elettorale Nazionale del Grande Oriente d’Italia brancola nell’oscurità
A sei lunghi giorni dalla tornata elettorale del 3 marzo, che doveva decidere il nuovo Gran Maestro, ancora la Commissione Elettorale Nazionale del Grande Oriente d’Italia brancola nell’oscurità più totale.
Facendosi portavoce di un orientamento in contrasto con quello espresso recentemente dalla Giunta per le Elezioni della Camera dei Deputati (26 giugno 2019), la CEN ha analizzato il problema specifico del mancato distacco del tagliandino antifrode, decidendo di considerare le schede nulle.
Il principio di salvezza del voto dell’elettore, vale a dire il “favor voti”, è così andato a farsi benedire.
La CEN, per funzione, è però un organo assimilabile alla Giunta per le Elezioni della Camera dei Deputati. E questa decisione apre la strada a future, e sicure, contestazioni.
Sul Canale Telegram del “Cavaliere Nero” ci si chiede come sia possibile che per l’organo costituzionale della Repubblica le schede e i voti in questione siano da considerarsi validi, mentre per l’Associazione non riconosciuta denominata GOI le schede e i voti in questione siano, invece, invalidi.
Il problema è molto serio, soprattutto per i membri della CEN, che potrebbero rispondere con il loro patrimonio personale di scelte in contrasto con l’Ordinamento repubblicano.
La vera domanda non è se il Grande Oriente d’Italia voglia restare nel solco delle Leggi della Repubblica, ma se i membri della sua Commissione Elettorale accettino il rischio di vedersi aggredito il patrimonio in caso di lite di fronte al Tribunale civile.
Un rischio che per ora, con molto coraggio, sembrano disposti ad accettare. Tutto ciò mentre la notte si fa più nera.
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