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Francesco Maccioni

La Nutrigenomica e Nutrigenetica

Con la nutrigenomica e la nutrigenetica si ha un concetto di medicina «personalizzata>>

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Con Nutrigenomica e Nutrigenetica si ha un concetto di medicina «personalizzata»

che viene esteso all’area dell'alimentazione.La nutrigenomica è una scienza relativamente giovane

nel panorama delle scienze della nutrizione. Ciò che mangiamo arriva ad influenza il DNA e la

salute, persino nei nascituri.

La nutrigenomica è la scienza che studia il rapporto fra genoma e dieta.

Chiarire il ruolo delle antocianine nella prevenzione cardiovascolare indagando l’interazione tra

struttura genetica e consumo di queste molecole in relazione ai livelli di colesterolo è l'obiettivo del

progetto di ricerca.

Mentre la nutrigenetica si presenta come l’altra faccia della medaglia studiando il modo in cui

ognuno di noi, che ha un DNA diverso dagli altri, reagisce alle molecole presenti nei cibi.

Nutrigenomica e nutrigenetica rappresentano le frontiere delle scienze dell’alimentazione e

scienze di nuova generazione essendosi sviluppate negli ultimi 15 anni.

La brava Genetista Professoressa Katia Petroni che insegna nutrigenomica e biotecnologie vegetali

all'Università di Milano ci spiega come la malnutrizione può influire sul Dna, con ripercussioni

anche sulle generazioni future in una intervestita rilasciata durante la partecipazione alla conferenza

mondiale The Future of Science 2014

Nutrigenomica e nutrigenetica | Fondazione Umberto Veronesi (fondazioneveronesi.it)

Il nostro DNA, è composto da oltre 30.000 geni, essi una sorta di “istruzioni per l’uso” per il nostro

organismo, tanto che il genoma viene considerati " il libro della vita " Per ognuno di noi queste

istruzioni sono uniche ed irripetibili essendo il profilo genetico esclusivo e caratteristico di

ciascuno, non esistono due profili DNA identici al mondo, tranne che per i gemelli monozigoti,

pertanto il profilo genetico ci rende unici.La genetica influisce su più fattori : sul nostro mebolismo,

sulle nostre caratteristiche fisiche come tutti sappiamo, sulle prestazioni sportive e perfino da un 41

% al 60% sull'espressività della pelle.

La NUTRIGENETICA, scienza di recente nonchè ultima generazione, concentra lo sguardo

proprio sul singolo individuo e sulle sue peculiari caratteristiche genetiche relazionandole alla sua

alimentazione, al proprio metabolismo, alle predisposizioni individuali e all’ambiente in cui vive;

fattori che influenzano il nostro genoma. Nello specifico questa scienza si occupa di individuare

quelle piccole variazioni genetiche caratteristiche di ognuno (SNPs) che possono tradursi in risposte

“errate” dell’organismo in seguito all’introduzione di determinati alimenti o sostanze.

Sebbene l’assetto genetico individuale sia immodificabile, l’ambiente circostante, l’astensione o

l’assunzione di alcune sostanze (nutrienti, integratori alimentari, farmaci ect.) chiamati prodotti

epigenetici introdotti quotidianamente con la dieta, possono, una volta decifrato il codice,

influenzare l’espressione genica intervenendo sulla predisposizione a determinate patologie,

prevenendone cosi' il manifestarsi, curando, o semplicemente mantenendoci in buona salute.

Un esempio, può essere costituito da una persona dalla pelle chiara (genetica) che si scotterà al

sole (ambiente) solo se si esporrà senza la necessaria cautela. Lo stesso avviene per l'influenza

dell’ambiente che ci influenza maggiormente sull'espressione dei geni e sul quale possiamo, per

fortuna, esercitare con l'assunzione dei prodotti epigenetici e con quello che introduciamo nel

nostro organismo con l’alimentazione un maggior controllo; dato che conoscendo meglio l’ effetto

che i nutrienti hanno sulla nostra particolare costituzione genetica, su quello che viene chiamato il

"nostro passaporto genetico" possiamo e riusciamo ad esercitare un controllo più effettivo sulla

qualità e le nostre aspettative di vita.

Oggi questa scienza ottiene supporto della sua validità da molta letteratura scientifica, in particolare

cito uno studio, al quale ne sono seguiti molti di conferma, del prestigioso Nutrition

Journal (Arkadianos I et al. “Improved weight management using genetic information to personalize a

calorie controlled diet” Nutrition Journal 2007, 6: 29): sono stati studiati 93 pazienti di una clinica di

Atene,persone che avevano cercato ripetutamente di perdere peso senza riuscirci: 43 di essi furono

seguiti per diversi mesi da nutrizionisti che prescrivevano diete con il metodo classico, mentre ai

rimanenti 50 furono prescritte indicazioni in base alle loro analisi genetiche . I geni presi in esame

dal test durante lo studio relativi ad enzimi del metabolismo per i quali erano note associazioni tra

specifiche mutazioni geniche e alcuni stili alimentari ottenendo dal suddetto test informazioni che

hanno permesso di elaborare diete personalizzate, diete cosi' "ritagliate su misura della persona"

previo studio del caso che diedero ottimi risultati.

Tra i tanti geni testati ve ne erano ad esempio alcuni associati al metabolismo dell’acido folico,

vitamina che interviene in un processo fondamentale dell’organismo, cioè la conversione

dell’amminoacido omocisteina in una molecola innocua: quando l’omocisteina non viene

adeguatamente smaltita, infatti essa può accumularsi in maniera eccessiva nel sangue provocando

serie patologie cardiovascolari. L’enzima codificato dal gene MTHFR è deputato a svolgere questa

conversione; cosicchè chi possiede la variante meno efficiente del gene necessita di una semplice

integrazione di vitamine, in particolare di Acido Folico, per scongiurare l’accumulo di omocisteina

nel sangue e probabili conseguenti danni cardiovascolari.

Si sono rivelate altre molecole utili invece a chi possiede le varianti del gene GSTM, gene che

interviene nei processi di detossificazione dell’organismo, in questa casistica sono i glucosinolati,

contenuti soprattutto nelle crucifere (quindi cavolfiori, broccoli, cavoli). Gli stessi discorsi valgono

per tutti gli altri geni che rientravano nel test.

Il gene SOD2 combatte i radicali liberi, ma in presenza di un polimorfismo particolare può

diventare meno efficace nella sua attività anti-ossidante, pertanto per questa tipologia di pazienti

servono dosi extra di antiossidanti e di vitamine. Gli Omega 3 contenuti nell’olio di pesce sono

invece consigliati per chi ha una certa variante di geni coinvolti nei processi infiammatori, come il

gene dell’interleuchina IL6.

Queste e altre informazioni derivanti dal test genetico sono state utilizzate per prescrivere diete ad

hoc ai pazienti selezionati, i quali hanno così potuto alimentarsi nel modo più congeniale al proprio

profilo genetico. Inizialmente questo non ha portato nessun apparente vantaggio particolare,

entrambi i gruppi oggetto dello studio infatti dimagrivano più o meno alla stessa maniera, ma

mentre dopo un anno di cura il 73% dei pazienti del gruppo nutrigenetico conservava la perdita di

peso, la maggior parte di quelli che avevano seguito una dieta classica ingrassava nuovamente. La

caratteristica però più interessante del test è che questo non era stato sviluppato specificatamente

per influire sul peso dei pazienti, ma semplicemente per offrire consigli personalizzati su come

nutrirsi in modo più sano.Attraverso un percorso dietetico"personalizzato" si riesce a dimagrire del

50% in più rispetto ad un classico percorso dietetico ed in un 1/3 del tempo.Tutto ciò dimostra che

un fisico sano è anche più armonioso esteticamente e mai in sovrappeso.

Questo lavoro di studio ha comprovato che l’utilizzo delle informazioni genetiche può aiutare chi è

sovrappeso a raggiungere e a mantenere più a lungo il proprio peso forma, inoltre permette di

conseguire uno stato di benessere maggiore, in quanto una dieta personalizzata in base alla

propria costituzione genetica interviene direttamente anche sulla prevenzione di diverse malattie.

Sempre durante questo studio infatti è stato osservato che oltre a conservare più a lungo un peso

ottimale, i pazienti del gruppo nutri genetica a rischio diabete avevano drasticamente diminuito il

livello di glucosio nel sangue.

Quindi l'’obiettivo finale che la nutrigenetica si prefigge è creare un intervento dietetico

mirato per ogni singolo individuo, che egli possa ripristinare la salute o prevenire l’insorgenza

di patologie partendo dal genotipo individuale.

I concetti di base di questa nuova branca di ricerca genetica possono essere riassunti nei

seguenti 5 canoni di Nutrigenetica :

1) In alcune circostanze e per alcuni individui, la dieta può essere un serio fattore di rischio per uno

svariato numero di patologie

2) Generalmente i composti chimici della dieta posso influenzare, direttamente o indirettamente

l'espressione o la struttura dei geni

3) Il grado con il quale la dieta influenza l’equilibrio tra salute e malattie può dipendere dal proprio

assetto genetico

4) Alcuni geni ( e le loro relative mutazioni) implicati nei processi metabolici e relativi alla

nutrizione giocano un ruolo nell'insorgenza, l’incidenza, l’evoluzione e, o la severità delle patologie

croniche

5) L’intervento dietetico basato sulle conoscenze delle richieste nutrizionali, sullo stato nutrizionale

e sul proprio genotipo (nutrizione personalizzata) può essere usata per prevenire, mitigare o curare

le patologie croniche.

Fonti : G&Life S.p.A. brand Generame www.generame.com

            Fondazione Umberto Veronesi Web Page

            Nutrigenetica.it - Molecular Genetics Laboratories Group

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Francesco Maccioni Consulente G&Life S.p.A. brand Generame - Ricercatore Indipendente

Tel. 3284930730

Email :franzjohnpaul@gmail.com

www.generame.com


Fonte: G&Life S.p.A. brand Generame www.generame.com Fondazione Umberto Veronesi Web Page Nutrigenetica.it - Molecular Genetics Laboratories Group Immagine tratta da(by) Web
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