L’arte delle launeddas. Intervista a Marcello Trucas, medico, anatomista e… suonatore “de canna”
foto di Tommaso Delpiano

Redazione
In Sardegna entriamo in confidenza con il suono delle launeddas fin dacché nasciamo. Da piccolini i genitori, cagliaritani o non cagliaritani – ché il Santo ci chiama tutti, gente di città e gente di paese – ci svezzano portandoci anno dopo anno alla processione stampacina del calendimaggio e nel nostro orecchio entrano, godibili e fascinose, le musiche e anche le figure di coloro che onorano il patrono con l’arte che hanno saputo affinare con il tempo, prova dopo prova, concerto dopo concerto…
Nel sito internet di Assòtziu Launeddas Sardìnnia leggiamo fra l’altro:
Giovani ed anziani, scuole ed esperienze diverse. Il mondo delle launeddas mette da parte guerre di campanile e personalismi e marcia finalmente unito verso un obiettivo comune: salvaguardare lo strumento millenario e promuoverne la conoscenza in Sardegna e fuori dai confini isolani.
Il 22 febbraio del 2016, 51 suonatori/costruttori (attualmente il numero è salito a 96) hanno fondato s’Assòtziu Launeddas Sardìnnia, una compagine che riunisce musicisti provenienti dalle diverse aree geografiche di diffusione dei sonus de canna. Presidente onorario del sodalizio, e non poteva essere altrimenti, il maestro Luigi Lai, decano dei suonatori di launeddas…
Al progetto aderiscono associazioni storiche che in questi anni si sono distinte nel panorama etnomusicale dell’Isola: Arte e Suoni, Ballu Tundu, Cuncordia a Launeddas, Launeddas del Sinis, Launeddas Tertenia, Mediana, Nodas Antigas, Sa Pedra Mulla, Symponia, Sonus Antigus, Sonus de Canna, Su Stracasciu.
S’Assòtziu Launeddas Sardìnnia ha iniziato a lavorare sin da subito alle finalità indicate nello statuto. L’obiettivo principale è la salvaguardia e la valorizzazione dello strumento.
L’attività di S’Assòtziu Launeddas Sardìnnia
Nel sito sono anche dettagliati alcuni degli interventi sia strettamente musicali che convegnistici, di presentazione e confronto di idee e lancio di corsi e laboratori, promossi nell’Isola in questi ultimi anni, ora a Muravera ora a Collinas – la patria di Giovanni Battista Tuveri –, ora a Cagliari (alla scuola media Alfieri, presenti duecento studenti) ora ad Uta, ora a Nuoro ora a Pirri e Quartucciu… Utile strumento di solidarietà associativa e di diffusione “missionaria” è l’annuario Cuntzertus che accoglie sempre idee e proposte, consuntivo di attività e progetti di futuro…
In occasione di tutti gli eventi, - si legge ancora nella pagina internet di S’Assòtziu - l’Associazione ha ritagliato uno spazio aperto a tutti per laboratori sulla costruzione di strumenti, apprendimento delle Launeddas ed esposizione di mostra fotografica, bibliografica e discografica e di strumenti storici, riscuotendo un grande successo in termini di partecipazione.
Negli anni l’associazione ha inoltre svolto una intensa attività di collaborazione con le scuole del territorio fino ad arrivare ad una esperienza straordinaria di Alternanza scuola lavoro con l’Istituto linguistico Eleonora d’Arborea di Cagliari con una classe 3^ nell’anno scolastico 2018. Gli studenti appositamente formati hanno anche guidato i visitatori nelle nostre esposizioni in occasione di “Monumenti aperti Cagliari 2018”. Grande motivo di orgoglio inoltre la notizia che diversi alunni hanno scelto come tema della loro tesina dell'esame di maturità l'esperienza del progetto svolto con l’Associazione.
Nel marzo 2019 lo stesso Istituto ci ha invitati a presentare il nostro amato strumento agli studenti dell’intero Istituto ed in particolare agli Ospiti Spagnoli della “Scuola Italiana di Madrid”.
Altra esperienza nelle scuole durante l’anno scolastico 2018-2019 presso il Convitto Nazionale di Cagliari in occasione del progetto “Conosco la Sardegna Musicale“. Sono stati pianificati diversi incontri durante i quali i soci hanno presentato ai bambini della scuola primaria le launeddas e la loro costruzione, coinvolgendoli attivamente nelle varie fasi ed insegnando loro la “Respirazione Circolare” utile per suonare lo strumento. Sono stati inoltre effettuati dei laboratori di ballo sardo con la musica delle launeddas grazie alla collaborazione dell’Associazione Symponia. A fine anno scolastico il saggio finale ha visto i bambini protagonisti di fronte a Docenti e Genitori, con l'esecuzione di un ballo sardo con la musica delle launeddas appreso duranti gli incontri.
Nel mese di novembre 2019 altra importante occasione di collaborazione con l’Istituto Superiore Regionale Etnografico. Una rappresentanza di suonatori ha partecipato, presso la Cittadella Universitaria di Cagliari, ad una lezione di riprese audio video dedicata alla musica. Una bella occasione per diffondere la conoscenza delle Launeddas tra gli studenti universitari che hanno partecipato attivamente alla realizzazione di un documentario custodito negli archivi Isre e Unica.
Nel 2019, grazie ad un accordo con un Tour Operator, è stata colta una grande occasione per incentivare la divulgazione del patrimonio culturale e musicale legato alle Launeddas. Durante i diversi attracchi nel porto di Cagliari a bordo della nave da crociera “Corinthian Cruise” si sono tenute concerti conferenze in lingua inglese. I soci suonatori hanno eseguito brani musicali della tradizione e risposto alle curiosità dei tanti turisti provenienti da diverse parti del mondo. Sorprendente l'attenzione nell'ascoltare melodie così "particolari" e altrettanto la curiosità che ha alimentato le domande sui particolari costruttivi, sulla storia e sui metodi di insegnamento e al rapporto maestro-allievo.
Una nuova stagione è alle viste
La complicata stagione del covid ha sospeso dapprima e rallentato purtroppo dopo le attività – d’altra parte questa è stata l’esperienza di molte associazioni –, ma comunque non spento gli entusiasmi. Il tempo non è passato invano, e le menti hanno potuto criticamente riesaminare le programmazioni realizzate e le modalità operative messe in campo.
Adesso si è alla vigilia, si spera, di una importante ripresa e Assòtziu Launeddas Sardìnnia va riaffacciandosi sulla scena artistica e culturale dell’Isola con rinnovato impegno.
Noi abbiamo avuto occasione di conoscere alcuni esponenti dell’associazione e, in tale contesto, abbiamo interrogato il dottor Marcello Trucas, portatore di un singolare mix di rigore scientifico – si tratta di un medico e, in quanto anatomista, ha tenuto corsi universitari per gli studenti internazionali di lingua inglese a Cagliari e maturato esperienze didattiche anche all’estero – e di passione per la cultura sarda nelle più diverse sfaccettature e per l’arte musicale delle launeddas in modo particolare.
Ecco di seguito la nostra breve intervista.
Redazione: Dottor Trucas, si parla spesso di “promozione” nel mondo delle tradizioni musicali. Cosa si intende esattamente con questa espressione?
Trucas: Si intende fare amare agli altri la propria arte. Oggi è molto difficile perché non si trasmette consapevolezza. Intendo che soffriamo della perdita di senso critico e di responsabilità culturale. Non basta saper suonare uno strumento tradizionale: bisogna anche comprenderne il valore storico, sociale e identitario. La consapevolezza è ciò che trasforma un suonatore in un custode della cultura. In questo modo è molto più probabile riuscire fare “promozione e valorizzazione”.
Redazione: Intende dire che non esiste un vero obiettivo in chi fa cultura tradizionale? Sembra l’accusa di una deficienza piuttosto forte. A chi o a cosa si riferisce?
Trucas: Non è un’accusa, ma un invito alla riflessione. Oggi molti giovani hanno un livello di istruzione medio-alto, ma faticano a interpretare criticamente la realtà. Questo vale anche per chi è parte della musica tradizionale, senza conoscerne veramente il contesto attuale. Serve più formazione, più dialogo, più impegno, più pensiero critico.
Redazione: Crede che le nuove generazioni siano meno interessate alla tradizione?
Trucas: Non direi meno interessate, ma forse meno coinvolte in modo attivo e critico. Ci sono giovani talentuosi, ma spesso manca una rete che li sostenga e li stimoli a diventare “veri” protagonisti come avviene in Scozia e in Irlanda, non solo esecutori su commissione.
Redazione: Lei paragona la Sardegna con la Scozia e l’Irlanda, realtà lontane dalla nostra… o forse no, chissà. Cosa possiamo imparare da quei modelli?
Trucas: Lì la musica tradizionale è parte integrante dell’identità nazionale, sostenuta da istituzioni e riconosciuta anche a livello accademico. Noi possiamo fare lo stesso, ma serve unità, visione e coraggio. Non possiamo accontentarci di essere “folklore da vetrina”.
Redazione: Qual è o dovrebbe essere, secondo lei, il ruolo delle pubbliche istituzioni in questo processo?
Trucas: Le istituzioni devono smettere di usare la cultura come decorazione e iniziare a investirci davvero, credendoci. Ma anche i suonatori devono fare la loro parte: organizzarsi, proporre, discutere. La cultura non si alimenta da sola. Purtroppo, trovo grave il cambio di rotta al Conservatorio di musica di Cagliari: esisteva il corso di laurea in musiche tradizionali ad indirizzo strumentale launeddas, adesso è ad indirizzo etnomusicologico. Le due cose non sono equivalenti.
Redazione: Lei fa parte dell’associazione Assòtziu Launeddas Sardinnia fin dalla sua fondazione. Quale è il suo giudizio sulle attività svolte in questi anni, prima e dopo la tempesta covid?
Trucas: Abbiamo fatto cose bellissime, non ultimo appoggiare il corso di laurea suddetto. Siamo stati competitivi in diversi bandi per finanziare proposte di ampio respiro: Sa Festa de is Launeddas, Sa Domu de is Launeddas (a Sa domu ‘è Farra di Quartu). Bisogna ringraziare soprattutto i componenti del direttivo che hanno lavorato tantissimo, sacrificando notti, serate e tempo con la famiglia perché erano motivati a lavorare per il bene di tutti (cosa oggi rarissima). Io trovo particolarmente interessante quello che facciamo nell’annuario bilingue sardo-italiano “Cuntzertus”, idea del presidente Gianfranco Meloni, in cui proponiamo articoli su ricerche originali, biografie di suonatori, rubriche, foto inedite, spunti di riflessione. Il comitato di redazione lavora in modo esemplare. Inviterei tutti a leggerlo, assolutamente a leggerlo e rifletterci sopra! Ogni edizione è ricchissima di spunti propositivi per le fortune dell’arte delle nostre canne sarde. Il prossimo numero se tutto va bene vedrà la luce entro pochi mesi, i vecchi numeri saranno ristampati in formato uniforme. Sarà una ricchezza per le biblioteche di casa e per quelle pubbliche.
Redazione: Ha un messaggio finale per i giovani suonatori?
Trucas: Non abbiate paura di fermarvi a pensare, pensare, pensare…, non abbiate paura di scrivere, di discutere, di mettere in discussione lo stato delle cose. La tradizione non è una vetrina espositiva, un museo spento, passivo, che rinuncia a farsi motore di creatività nuova. La tradizione è un campo di battaglia culturale. E voi siete i prossimi generali: ma chiarisco, non graduati per la vanagloria, ma graduati per la responsabilità, per la qualità della propria arte, per la generosità dell’esempio da fornire ai nuovi, ai giovani più giovani che, anno dopo anno, possono accostarsi alle launeddas che sono questo pezzo dell’anima millenaria della Sardegna.
Devi accedere per poter commentare.