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Lettera aperta a Gianni Filippini, presidente emerito di Imago Mundi, ed alle donne e agli uomini della scuola, dell’arte e cultura, dell’associazionismo civile, agli sponsor di Monumenti Aperti

di Infonews

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Illustri e cari Amici,

la lettera che Vi indirizziamo, noi in qualità di cagliaritani orgogliosi delle loro radici e in qualità di massoni aderenti al Grande Oriente d’Italia, sebbene muova da bisogni ed intenzioni riconducibili alla nostra personale esperienza di Liberi Muratori, si apre a considerazioni che riteniamo abbiano a che fare con la storia, il senso complessivo e la dignità dell’intera comunità municipale di cui Voi siete espressione autorevole e prestigiosa.

Negli ultimi anni, a Cagliari, gli stessi princìpi e valori fondamentali della Libera Muratoria, intesa come universale comunione volta alla promozione umana morale e sociale, sono stati conculcati non da iniziative di avversari ideologici veri o presunti, ma da comportamenti apertamente offensivi, anche del decoro, da parte di un Dignitario di formale alto livello e dai “suoi” riuniti in una loggia modellatasi a sua immagine e somiglianza, in uno sprofondo di gusto e di viltà tali da non essere neppure lontanamente pensabili. Ciò è accaduto – ed è cosa particolarmente avvilente – nella sede ufficiale della Massoneria cagliaritana e sarda, nel cuore antico della città che noi Liberi Muratori, per primi, dovremmo avere in animo di rispettare e custodire come luogo sacro.

Un Maestro Venerabile – questa la qualifica che ha ricoperto il personaggio di difficile qualificazione quando s’è esibito nelle sue sconcezze, ma a tanto allenandosi per anni ed anni – ha portato continuativamente, nelle tecnologie di Facebook ed Instagram, tremendi fotomontaggi in cui ha assemblato la storia e la cronaca, le persone e le Istituzioni, il presidente Sergio Mattarella e Giuseppe Mazzini, i presidenti Giorgio Napolitano e Roberto Fico, il filosofo e parlamentare Giovanni Bovio, il mito di Hiram venutoci dalle Sacre Scritture e la dignità democratica e antifascista dell’Italia repubblicana con il suo fondante 25 aprile, i diritti (misconosciuti) delle donne e la dignità civile e religiosa dei migranti, la missione nazionale ed insieme universale della stessa Libera Muratoria. Vignette di tratteggio nazi-fascista e riproduzioni giocose di luoghi di tragedia e di dolore, insulti facili a personalità estere come la ex cancelliera Angela Merkel, becere e triviali espressioni qualunquiste in odio al ceto politico chiamato alla rappresentanza, etc.

Ebbene questo personaggio, con tutti i suoi deliri narcisistici, è stato indicato quale referente di Palazzo Sanjust negli adempimenti organizzativi della manifestazione Monumenti Aperti 2022.

Ci domandiamo: può essere accettabile una cosa del genere, se è vero che egli ha trasformato Palazzo Sanjust in un gabinetto di scandalosi collage fotografici ed ha messo alla berlina i beni artistici che ora dovrebbe, egli stesso, presentare ai visitatori?

Sappiamo quanto abbia inciso in termini di iniziativa ed autorevolezza, nel mondo associazionistico culturale di Cagliari, la comunità di Imago Mundi, e quale speciale accredito vanti il suo presidente emerito Gianni Filippini, che fu assessore comunale delegato alla Cultura quando Monumenti Aperti avviò la sua esperienza cagliaritana, oltreché esponente di punta del giornalismo sardo.

A lui, per il suo galantomismo, chiediamo se ritenga che possa coincidere la dignità di Monumenti Aperti con la sregolatezza di chi i monumenti li ha mortificati e financo massacrati in luoghi certi e in tempi certi e prossimi.

Con Filippini, speciale autorevolezza vanta il presidente effettivo di Imago Mundi Massimiliano Messina, nipote di Hoder Claro Grassi e Swanyld Mulas, cugino di Efrem e Ileana Grassi, esponente cioè di una famiglia che è, con ragguardevole posizione, nella storia della Massoneria cagliaritana. Di Hoder Claro Grassi la casa massonica di Piazza Indipendenza conserva anche, e lo mostra con chiara liberalità ai suoi visitatori, il testamento che è straordinariamente bello, quello stesso da cui è scaturito poi uno dei più preziosi plessi funerari massonici di Cagliari, recante anche i bronzi evocativi di Franco d’Aspro.

Non soltanto dunque a Gianni Filippini, anche se in primo luogo a lui, ma anche a Massimiliano Messina ci rivolgiamo per domandare se egli possa avallare, per quanto di sua competenza, la sconvenienza plateale, disgustosa, impensabile venuta con triste irresponsabilità dai vertici di Palazzo Sanjust: perché Monumenti Aperti – con il suo slogan “Il nostro bello” – è festa di trasparenza non di ipocrisia, non di doppie moralità, è festa di condivisione di quanto la nostra città ha generato nei suoi tremila anni di storia, in una fertilità diffusa ed ammirevole.

Dobbiamo purtroppo ripeterci, vogliamo ora essere precisi e dettagliati nella informativa. E avvertiamo essere a disposizione di chiunque la serie di almeno quattro decine di articoli corredati da almeno cento “screenshot”, postati sulla piattaforma di Giornalia.com. Scorrendo anche in rapidità si potranno vedere, con gli insulti al presidente Mattarella, anche gli incredibili spupazzamenti degli arredi artistici di Palazzo Sanjust, i fumetti e le didascalie senza senso e senza civiltà. Siamo anche disponibili a far periziare, da un tecnico competente e ovviamente indipendente, tutti quanti tali “screenshot” riguardo alla loro piena autenticità e a dare risalto pubblico alla sua relazione.

Si era partiti dalla scoperta di immagini e collage fotografici che svergognavano quel Giovanni Bovio, non a caso chiamato “santo laico”, del quale noi in Casa massonica possediamo un busto più che centenario (opera di un allievo del Gran Maestro Ettore Ferrari) e sequestrato dai fascisti nelle note perquisizioni del 1925. Lo riavemmo nel 2008 con gran festa e quella fu l’occasione per molti Fratelli più giovani di accostarsi al suo pensiero ed alla sua esperienza civile ed intellettuale, nonché al magistero massonico di un uomo cui, dopo la morte di Mazzini, fece riferimento l’intera area democratica dell’Italia, che fu parlamentare per un quarto di secolo e fu il Grande Oratore che presentò al mondo il monumento a Giordano Bruno innalzato a Roma nel 1889.

Vedemmo ad un certo punto, e con orrore, quel busto mascherato in mille modi (con evidente pericolo di danneggiamento) e fotografato su Facebook e su Instagram alla maniera di un pupazzo, bersagliato in rete da volgarità crescenti, rivelatrici anche della somma ignoranza di quanto il nome di Giovanni Bovio fosse presente e celebrato anche a Cagliari soprattutto dai giovani studenti democratici nel passaggio di secolo, firma presente al Monumentale di Bonaria ed al Rettorato universitario, presente nelle opere di filosofia del diritto, di filosofia politica e di drammaturgia custodite nelle nostre biblioteche pubbliche, e presente financo nella letteratura moderna a volerci riferire al nostro Giorgio Todde e ai suoi titoli dedicati ad Efisio Marini.

Noi abbiamo denunciato, abbiamo protestato, abbiamo contrastato, costituendo un piccolo fronte di “resistenza” (termine che non cade a caso!), per avversare l’incredibile ed immotivata canzonatura del filosofo che fu liberale di sentimenti e repubblicano in politica, e che vedevamo accostato, per pura follia autorale, al dittatore cileno Augusto Pinochet ed ai suoi ufficiali golpisti. Quasi un monito, un avvertimento, sottolineato anche dal gesto che invitava al silenzio – anzi imponeva il silenzio omertoso! – affinché tutto fosse seppellito sotto il tappeto, perché l’apparenza vincesse sulla verità delle cose.

Assistemmo nel volgere di qualche settimana, e di esso fummo anche in parte protagonisti, ad un rapido allargamento della denuncia e della polemica, perché furono poi rinvenute, oltre a quelle già citate, altre immagini postate sempre sui social e di irrisione delle autorità della Repubblica italiana e, del pari, della stessa cultura rituale liberomuratoria. Il che riportava ad altri episodi ancora, verificatisi a Palazzo Sanjust nei mesi precedenti: scassinamenti di armadi adibiti alla custodia di arredi cerimoniali, il furto di una Torah donata da un Fratello (già generoso collaboratore della Caritas ed ora all’Oriente Eterno) e deposta sull’ara con la Bibbia ed il Corano nelle Tornate rituali di una certa nostra loggia; ingiurie volgari e irripetibili prodotte da mani “ignote” su un certo Labaro; etc. Tutto questo senza che mai nessun provvedimento disciplinare e moralizzatore fosse adottato da chi aveva il preciso onere di occuparsene e che anzi continuava a lasciare in mano il Monumento – che è Palazzo Sanjust – a coloro che l’avevano trasformato, da inno al senno a squalificato set di un porno mentale. Aggiungendo persino i propri “like” o “mi piace” allo scempio (presidente del Collegio, giudici e ispettori circoscrizionali).

Così, con frasario una volta triviale, un’altra fascistoide, un’altra machista, si colpivano, con commenti e compiaciuti sbirciamenti alla Xa Flottiglia MAS di fede nazi-repubblichina, le date più onorevoli della nostra democrazia come il 25 aprile (“venticinqueaprilestopardecojoni”), ed il genere femminile (arrivando, in quest’ultimo caso, a preconizzare – in lingua olandese, quasi fosse meno grave: «Jij zal smelten in het zuur» – lo scioglimento di una donna nell’acido). E si arrivò persino a giocare con il caposaldo dell’armonia interconfessionale, con il continuo motteggiamento dei musulmani e delle donne musulmane, derise per il loro rispetto del velo. Tutto ciò con ingiustificabili sconfinamenti nel razzismo vero e proprio, di cui si fece autrice la stessa scombiccheratissima loggia (incredibilmente arrivata a “palleggiare” gli oltre duecento morti e settemila feriti dell’incendio di Beirut dell’estate 2020!). Loggia con ciò rivelatasi moralmente estranea alla Libera Muratoria di Garibaldi e Nathan, e con essa assolutamente inconciliabile.

Tutto questo per quanto attiene alla decenza ed al buon gusto (includente il metalinguaggio grafico espresso, nell’album delle 100 immagini, dalla spicciola rassegna dell’osceno “dito medio”).

L’autore prevalente, ma come detto non esclusivo, dei “capolavori”, godendo delle sue brave coperture (fino al Grande Oratore successore, nella carica, di Giovanni Bovio, sic!), fu costretto dal montare dello scandalo a dimettersi da uno degli uffici amministrativi affidatigli, conservando però la direzione della sua loggia con tutti gli annessi poteri di ordine iniziatico (di apparenza o commedia, ma evidentemente senza nessuna sostanza reale). Volle restare, il dissennato, nella storia con un autoritratto, che qui di seguito riproduciamo. Esempio di penosissima vanagloria.


Il nostro appello lo abbiamo lanciato, dirà il tempo, diranno questi prossimi giorni se in Voi, cari Amici cui ci rivolgiamo, quanto abbiamo rappresentato abbia suscitato rivolta morale e sentimentale oppure no.

Chiediamo particolarmente a Lei, dottor Filippini, a Lei ingegner Cabras presidente di Fondazione Sardegna che sponsorizza la Manifestazione, a Lei presidente Messina, a tutti gli intellettuali di vasta area – pensiamo a Paolo Maninchedda e Vito Biolchini, Paolo Bullita e Giuseppina Cossu, Gianni Liguori e Rita Grauso, Mauro Dadea e Paolo Fadda, Maria Dolores Dessì e Sebastiano Liori, Enrico Lobina, Ester Gessa, Stefano Pira e tanti altri ancora – che altre volte si sono occupati, con intelligenza e dottrina, delle vicende storiche della Massoneria sarda, e più in generale all’intera comunità dei responsabili scolastici (formatori delle giovani generazioni) e dell’associazionismo culturale ed artistico della Città un intervento di fierezza cagliaritana, affinché si ottenga ben altra rappresentanza da parte del GOI regionale e cittadino e/o la esclusione, che sarebbe dolorosissima, dello stesso Grande Oriente d’Italia dall’annunciato evento “Monumenti Aperti 2022”.

Chiediamo anche agli uffici del Parlamento Europeo che concorrono al patrocinio della manifestazione se possa il logo di tale istituzione “coprire” la vergogna che è stata qui esplicitata.

Chiediamo ai presidi delle scuole cagliaritane che inviano i loro studenti nei siti del circuito Monumenti Aperti per un servizio di informazione pubblica, se ritengano conti positivamente, nella formazione civica dei ragazzi, la scempia compagnia prospettata all’orizzonte.

Chiediamo alla presidente degli Amici del libro – che fu l’associazione che ebbe a lungo presidenti Nicola Valle e Antonio Romagnino, con la loro dirittura ed altissima cultura – se possa dare onore, e quale onore, alla propria tradizione un voluto inquinamento quale quello prospettato.

Non essendo noi autorizzati a personali prese di posizione circa la l’Ordine cui apparteniamo – come non potrebbe oggi un giornalista russo essere autorizzato da Putin a dire liberamente la verità e soltanto la verità, tutto documentando – abbiamo affidato alla redazione di Giornalia questo nostro messaggio che firmiamo collettivamente come MASSONI, nella consapevolezza che nulla stiamo “tradendo” della nostra appartenenza e che tutto stiamo “impegnando” della nostra fede civile. Poiché l’omertà non è mai “spirito di corpo”, ma soltanto un carcinoma maligno divorante menti e coscienze.

La redazione di Giornalia possiede l’intera documentazione fotografica (di circa 100 pezzi) e testuale (sono oltre quattrocento cartelle) che nel tempo è stata offerta alla pubblica conoscenza. Ma altre testate giornalistiche, altre piattaforme di dibattito che stimiamo, noi oggi chiamiamo “a raccolta” perché, messo all’opera, il condiviso senso di responsabilità civica possa dare frutto.

Se questo non avverrà ne prenderemo atto, ed allora a giudicare sarà un altro giudice. Colui che ha suprema potestà su ognuno di noi.


















Fonte: Infonews
RIPRODUZIONE RISERVATA ©

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Efisio Impellizzieri

06 Mag 2022

Si contraddice, forse a corto di argomenti rimescola un minestrone che aveva affermato di aver buttato nella spazzatura. Si ricordi che decontestualizzare e manipolare chat private e social network a fini diffamatori, puo' essere reato. Peraltro buttarla in caciara per ottenere "click" e magari consentire vendette infantili e trasversali, non e' molto decoroso.


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Silvia Gigli

06 Mag 2022

Nella terza foto si vede una statua che non è di Giovanni Bovio, di chi è? Mi domando com'è sia solo immaginabile di imbacuccare una statua a quel modo e prendere in giro tutta l'Italia accomunando il covid-19 a questa volgarità del "PruritoAnis"..... Ma com'è possibile che uno possa razzolare indisturbato a quel modo in un luogo del genere? Ma non esiste un guardiano? Uno che sorvegli?


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Fratello Roberto

06 Mag 2022

Quello signora mia è Giusrppe Mazzini 😣 Signora mia, mi ascolti, tanto a Lei che importa? Sta in Emilia.. La prego, La imploro, eviti ulteriori commenti. È già tutto così disastroso senza che ci si metta pure Lei, ponendo domande a cui la risposta aggiungerebbe soltanto ulteriore disastro al disastro. La scongiuro. Eviti ulteriori commenti. Buona serata


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Roberta Ferri

06 Mag 2022

Se ne esca nel solo modo possibile: Il GOI nomini un altro referente. E chi ha proceduto a questa nomina si dimetta velocemente dall'incarico. Sulla pagina di Imago Mundi sono esplicitati gli Alti patrocinii cui l'Associazione è chiamata a rispondere, tra cui il Parlamento europeo e la Presidenza della Repubblica, tutti inconciliabili con il volgarissimo bassofondo emerso dall'Appello. Non si costringa Imago Mundi a prendere decisioni che potrebbero risultare molto peggiori di un sano ripensamento. Meglio una dignitosa ritirata, insomma, dignitosa quanto saggia, che vedersi rifilare un sonoro schiaffone.


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Roberta Ferri

06 Mag 2022

Segnalo che è possibile per chiunque aprire una qualsiasi segnalazione al Parlamento europeo tramite questi canali nazionali: eproma@europarl.europa.eu epmilano@europarl.europa.eu Gli uffici dialogano con i cittadini e le cittadine e le parti interessate, gestiscono i contatti con i media nazionali, regionali e locali.


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Daniele Massa

08 Mag 2022

E il Gran Maestro Stefano Bisi che dice di «venticinqueaprilestopardecojoni»? Lui non credo sarà d'accordo, anzi! Come non credo possa essere d'accordo il presidente di Imago Mundi Massimiliano Messina ed un intellettuale legato a Monumenti Aperti come Armando Serri. L'autogol che si è rifilato il GOI è incredibile. Adesso, o cambiano questo "referente" o vengano pure esclusi dalla Manifestazione. Nessuno sentirà la mancanza di un insulto all'Italia democratica ed antifascista. La mia solidarietà ai massoni per bene (e sono l'infinita stragrande maggioranza) che hanno scritto la Lettera aperta a Gianni Filippini (altra levatura infinita, che saprà sicuramente come consigliare Messina).


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Antonello Mascia

08 Mag 2022

Non voglio interferire nelle questioni interne di un organismo cui non appartengo, così come non gradirei che qualche estraneo interferisse nelle vicende dell'associazione della cui dezione locale sono presidente, ma ritengo che ci siano in questo momento problemi molto più grandi nella loro tragicità.


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Fratello Roberto

08 Mag 2022

Nel leggere il precedente commento ho ripensato al monologo del replicante Roy Batty di Blade Runner: «I've seen things you people wouldn't believe, attack ships on fire off the shoulder of Orion, I watched c-beams glitter in the dark near the Tannhäuser Gate. All those moments will be lost in time, like tears in rain. Time to die.» ...Certo che di fronte a tali momenti le nostre sedi provinciali, le nostre associazioni, le grandi guerre come le piccole maleducazioni, sono solo lacrime nella pioggia. Agli occhi di chi ha visto “navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione”... cosa può importare di un minuscolo granello di atomi disperso nell'infinita immensità dell'universo? Quindi, ancora, giustissimo zappare ognuno il proprio orticello nella speranza che mai nessuno voglia venire a dirci come cacchio seminare il prezzemolo!


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S M

09 Mag 2022

Intervengo brevemente, e con doverosa pacatezza, nel dibattito. Appartengo alla generazione dei vecchi, o ormai vecchissimi, massoni cagliaritani ed ho vissuto nella Fratellanza tante esperienze nella successione delle sedi degli ultimi sessantadue anni! Nel 1999 ho partecipato alla inaugurazione della mostra retrospettiva di Hoder Claro Grassi, sponsorizzata dal Comune di Cagliari per volontà dell’assessore Filippini. Fu a palazzo Sanjust, allora ancora in parte cantiere, e sfogliavo proprio ieri il catalogo con i contributi critici e biografici di Domiziana Messina, Daniela Orrù, Michele Aymerich e Alessandra Corona. Cinquanta pagine raffinatissime. Ebbi fra le mani, tante volte, il testamento del Fratello Grassi, che avrebbe voluto sopra di sé soltanto la terra vicino al padre sepolto a Bonaria, e disegnava in possibile alternativa la sua prossima tomba come un cumulo di pietre, quale fu poi costruita al camposanto di San Michele. Pur anziano, ho partecipato tutte le volte che mi ha invitato e fino al blocco per il covid, alle visite guidate da Gianfranco Murtas al cimitero e ogni volta ricordo essere partiti, in trenta o quaranta, proprio da quella tomba di Hoder Claro e Swanyld, di Efrem e Ileana, che è stata ricordata nello scritto che sto commentando e implicitamente richiamata dal Fratello Daniele M. Tutta la polemica che si sta sollevando in questi giorni per l’incarico affidato, nell’ambito di Monumenti Aperti, ad una persona sconveniente, mi ha riportato alla memoria le belle discussioni che noi massoni (allora) esperantisti e cultori dell’arte, frequentatori delle gallerie oltre che dei templi facevamo seguendo il consiglio e l’esempio appunto di Hoder Claro che scriveva i suoi articoli sulla Tribuna della Sardegna di Marcello Serra, il quale, dopo la morte intervenuta nel 1967, gli dedicò anche una impegnativa monografia. Partecipai ai suoi funerali, avevo soltanto 26 anni. Ecco il pensiero di un ottantenne e, oggi, qualcosa di più, ormai costretto definitivamente casa. Come potrebbe il nipote di Hoder e Swanyld, presidente dell’associazione Imago Mundi, non prendere posizione sulla dolente inadeguatezza morale del personaggio indicato a presentare a migliaia di cagliaritani, anche quest’anno, le bellezze del palazzo di piazza Indipendenza e il testamento di suo nonno? Io, lo dico con serena coscienza, non stimo purtroppo questo Fratello incaricato, perché ha pronunciato tante parole maleducate e manifestato modi opposti a quelli della più basilare morale che i nostri genitori ci hanno insegnato e la loggia ancora di più ha affinato. L’iniziazione non è una magia che ci trasforma, essa invece ci impegna ad essere tutti i giorni come abbiamo promesso di voler essere, cioè migliori. Chi non segue questa via pur così elementare ha vissuto la iniziazione come una doccia senza l’acqua.


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Fratello Roberto

09 Mag 2022

Belle pagine di massoneria. SM, anche oggi potrebbero scriversene di belle....... purtroppo il tanto bello è soffocato.


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S M

09 Mag 2022

Trascinato dal sentimento avevo ricordato, io massone ormai da sei decenni, il caro Hoder Claro Grassi passato all’Oriente Eterno nel 1967 (ero Apprendista o forse Compagno d’arte) e nostra colonna nella Nuova Cavour e poi nella Hiram. L'avevo ricordato perché mi sembrava non comprensibile come potesse il nipote, che è fra gli organizzatori di Monumenti Aperti, non denunciare pubblicamente la sua distanza da chi è stato incaricato di presentare ai visitatori della sede di Castello il “monumentale” testamento del nonno. Io spero che lo faccia, mi sembrerebbe un obbligo della sua coscienza. Però vorrei aggiungere, perché sollecitato oggi da un giovane Fratello, che nelle diverse occasioni in cui ci siamo intrattenuti presso la sua tomba, al San Michele, abbiamo riascoltato, con i cenni della biografia, i versi delle sue poesie (“Passarono gli sparvieri lasciando una scia di fumo un’orma di sangue un grido di pianto”, sulla guerra) e anche quelli di Efrem (“Lo specchio. Nel silenzio della notte…”) che era paracadutista ma anche poeta come Massimiliano Messina, di Efrem che ricordo il giorno della sua iniziazione (ci lasciò, per un grave incidente a Torino, nel 1970). Ci leggeva quei versi Gianfranco Murtas che ci aveva riuniti lì al cimitero – e lo ricordo il caro Gianfranco, poco dopo quel 1970, era proprio ragazzino, in una saletta del palazzo di piazza del Carmine con Armandino Corona e Vincenzo Delitala, in mano un fascicolo ciclostilato che ci aveva regalato, dove aveva riportato una sua lunga ricerca sulle reazioni sarde alla presa di Roma, che doveva pubblicare sull’Unione Sarda. Quella era la nostra civiltà di rapporti, di molta buona educazione, altro che parolacce e insulti al presidente della nostra Repubblica e a Mazzini e a Bovio, ad Hiram maestro etc. «Istruzioni tassative per il mio funerale. Niente messe. Niente preti – frati – monache et similia. Le spese previste devolverle ai poveri – direttamente ai poveri… questo se lo vorrete, altrimenti ciccia. Cassa di legno di pino bianco della qualità peggiore, potrete farla costruire dal falegname che ha fatto le porte per la vigna… Carro funebre di III classe ripeto senza preti: dall’ospedale o da casa direttamente al cimitero nelle prime ore del mattino. Tomba io preferirei esser seppellito in piena terra, possibilmente in campagna, oppure nel cimitero di Bonaria di fronte a mio padre, nell’orto delle palme, ma, se mia moglie ci tiene, potrete acquistare un appezzamento di m. 2 x 2 e costruirvi un masso di pietra scura… Vi stringo forte forte al mio cuore che ha sempre palpitato per voi con tanto amore. Non disturbate nessuno. Non pubblicate annunci mortuari. Pregate Giglio e gli altri di fare altrettanto… Dite a Giglio, o chi per esso, di devolvere al primo poveraccio i soldi che dovrebbe regalare all’Unione Sarda». Ce li abbiamo in diversi, noi vecchi, questi fogli. Quale differenza rispetto all'oggi...


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Fratello Roberto

12 Mag 2022

Si sa nulla se il dr. Filippini ha risposto qualcosa?


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Pierpaolo Mura

13 Mag 2022

Intervengo passati diversi giorni. In questo senso, e con tutto il rispetto dovuto all'ex Assessore Filippini, uomo ultranovantenne, per segnalare che nulla potrebbe fare anche volendo, visto che la presidenza emerita è più che altro un fatto onorifico che di sostanza. Mi metto nei panni, invece, del dr. Messina, cosa potrebbe fare? Bel pasticcio...... Io fossi in lui farei così: Un comunicato con il quale Imago Mundi rappresenta la situazione denunciata al GOI, dicendo: «Risulterebbe, come da campagna giornalistica allegata, che il referente da voi nominato presenta delle pregiudizievoli in contrasto con lo spirito della nostra Manifestazione. Potete ufficialmente smentircelo?» A questo punto la patata bollente passa al GOI, se ufficialmente smentisce Messina potrà scaricare ogni successiva responsabilità sul GOI, in quanto terrà giustamente in fede la loro smentita. Se il GOI, al contrario, non potrà smentire, ogni decisione di Imago Mundi circa l'esclusione dal circuito di Palazzo Sanjust sarà giustificabile. Semplice semplice. E tutti vissero felici e contenti. Fare nulla sarebbe comunque sbagliato.


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Fratello Roberto

14 Mag 2022

C'è anche un'altra possibilità: che il personaggio in questione rimetta l'incarico. Ad ogni modo, sono curioso: Filippini ha risposto all'appello oppure no?


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Redazione

14 Mag 2022

Nei commenti all’articolo “Lettera aperta” viene chiesto, sembrerebbe alla redazione di Giornalia.com, se il dottor Gianni Filippini abbia dato risposta. E noi comprendiamo bene le ragioni del lettore ritenendo perfettamente legittimo il suo quesito, dato che qui tutto si sta facendo, come sempre e fin dal primo giorno, in trasparenza. Dunque teniamo presente la circostanza e contemporaneamente avvertiamo di essere tenuti ad una certa riservatezza in ordine alla corrispondenza privata che possa intercorrere fra direzione, redattori e collaboratori della nostra piattaforma e terzi. E dunque ci si perdonerà se la risposta che possiamo dare al “Fratello Roberto” che ci ha scritto possa essere, per la verità, soltanto questa: un riscontro ci è stato dato, diremmo anzi che un doppio riscontro ci è stato dato e saremo forse sciolti dal vincolo di riservatezza non oggi, ma domani. Oggi possiamo soltanto riferire che le espressioni adoperate nei due messaggi, per sostantivi e aggettivi che han dato loro un senso chiarissimo, tornano molto ad onore del direttore Filippini per come noi lo conosciamo e lo abbiamo conosciuto, galantuomo e professionista, negli anni di direzione de L’Unione Sarda e negli anni a seguire in cui è stato impegnato in varie responsabilità. Ci riferiamo a quelle ricoperte sia ancora nel gruppo de L’Unione/Videolina (come vertice amministrativo e soprattutto come fondatore di collane editoriali e come titolare di rubriche televisive) sia anche al CIS, nella Fondazione dell’Ente lirico ed agli Amici del libro, sia ancora come docente di giornalismo e assessore comunale alla Cultura… e promotore di Monumenti Aperti come festa condivisa, bella e pulita.


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Fratello Roberto

15 Mag 2022

Grazie. Immagino la vergogna... È terribile quando la vita ci pone nell'imbarazzo tra il "dover fare" e la convenienza del "non fare nulla". Hannah Arendt parlava della "banalità del male"... In "ottavo" è esattamente questa. Tutti siamo i migliori del mondo quando si tratta di usare la bocca e riempirla di grandi parole, poi, al dunque, tutti "teniamo famiglia".


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