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Gianfranco Murtas

Quell’esordio adolescenziale di Pinuccio Sciola, sessant’anni fa

di Gianfranco Murtas

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Una storia di sessant’anni fa. Qualche decina, un centinaio forse, di bambini ed adolescenti prende parte ad una mostra-concorso di arti figurative, organizzata dal circolo dei dipendenti della Rinascente di Cagliari. Fra i partecipanti Pinuccio Sciola, allora 17enne: un talento potenziale o in boccio che immediatamente si rivela al pubblico ed ai competenti che lo riconoscono ed incoraggiano con una borsa di studio.

Una rassegna di lavori di artisti in erba, dilettanti nel senso migliore del termine: tutti ammessi, pitture e grafiche e plastici. Tutti ammessi gli autori, dagli scolari delle elementari agli studenti più grandetti delle medie e delle superiori. I primi hanno portato copie delle figure presenti nei loro sussidiari o in qualche libro di lettura, magari anche di fiabe: molti i disegni di uccelli e di scimmie. Nel novero però anche una bella stilizzazione della torre cagliaritana di San Pancrazio (firma di Arrigo Montanari, giusto come il celebre fisiologo ravennate). I ragazzini di 12-13 anni hanno soprattutto inventato ed hanno giocato con le più efficaci rese di colore; gli altri si sono orientati sui maggiori modelli, storici o contemporanei, italiani o stranieri non importa…  

Se la Rinascente si è proposta, ovviamente, come sponsor e ha messo in programma un defilé delle sue «pratiche ed eleganti confezioni per i più giovani» in occasione della premiazione dei vincitori, L’Unione Sarda ha volto la sua speciale attenzione al talento potenziale o già in boccio. In un redazionale – non saprei a chi attribuirlo, forse a Vittorino Fiori, forse a Gian Tarquinio Sini – ne ha scritto nella sua edizione del 30 settembre, dopo averne anticipato in un articolo del 19 dello stesso mese. Un redazionale fortunatamente e felicemente impaginato, in cronaca, di lato a un suggestivo articolo di Francesco Alziator (“Maledetti stampacini!”). L’obbligato prioritario riguardo alle due colonne lunghe firmate dal grande storico e demologo cagliaritano ha indirizzato, bellamente scivolando, ad un titolo su quattro colonne - «Uno scultore-contadino» - introducente non soltanto al pezzo redazionale ma anche ad una espressiva fotografia che ritrae «Giuseppe Sciola nel cortile della sua casa mentre scolpisce un busto». Nel sommario un accredito di fiducia: «Una forte personalità». Tale si confermerà, progressivamente irrobustendosi, Pinuccio Sciola. Così fino alla fine, sopraggiunta dopo tanta sofferenza e altrettanto coraggio combattivo, nella primavera del 2016, uomo ormai anziano, quasi anziano.

Mi è sembrato bello ricordarlo oggi, Pinuccio: quando dunque ci avviciniamo all’impegnativa ricorrenza di calendario, e la sua memoria resta a scaldarci il cuore sempre però anche impegnandoci a presentarlo e farlo conoscere alle più giovani generazioni che via via salgono in vita, ecco l’articolo dedicatogli dal quotidiano allora di Terrapieno, con una ricomposta breve nota d’apertura, tratta dall’articolo “Amano i moderni gli studenti-pittori”.

Alla mostra concorso della Rinascente

… Infine c’è un “caso” che la mostra proporrà domani alla curiosità del pubblico ed all’attenzione dell’ambiente culturale cittadino. Si tratta di uno scultore assai dotato che si dichiara iscritto alle elementari (certo a un corso per adulti) e che pare abbia i numeri per costituire la “rivelazione” della rassegna d’arti figurative bandita tra gli alunni delle scuole cagliaritane. La giuria [un pittore, una pittrice, un professore di disegno, un giornalista e un funzionario della Rinascente] ha preso in seria considerazione il giovanissimo scultore, lasciando però che un bel punto interrogativo resti in sospeso. Se la “rivelazione” avrà una conferma e un seguito, questa mostra, destinata a ripetersi con una formula che impegni di alunni delle scuole già dal periodo scolastico… resterà forse negli annali dell’arte sarda come qualcosa di assai più importante d’una pur meritevole mostra di dilettanti.

Uno scultore-contadino

Un ragazzo di diciotto anni che frequenta a San Sperate un corso per adulti della scuola elementare è la rivelazione di una mostra che l’altro giorno ha chiuso i battenti al circolo della Rinascente. La mostra, indetta tra i ragazzi delle scuole d’ogni grado della città e dintorni, ne ha messo in evidenza la singolare personalità facendone senz’altro un “caso” che ha interessato notevolmente gli ambienti artistici della città. In realtà non si trova tutti i giorni un autentico contadino che nei momenti di riposo prende lo scalpello e scolpisce la pietra ricavandone ritratti fortemente espressivi e figure animate da una spontanea carica di movimento.

Anche se le sculture di questo ragazzo – che si chiama Giuseppe Sciola – non avessero quel valore artistico che una qualificata giuria di critici e pittori gli ha voluto riconoscere attribuendo loro un primo premio “assoluto” fabbricato su misura per sottolinearne l’eccezionale interesse in una mostra di giovani dilettanti, si dovrebbe mettere in evidenza, il “personaggio”. Veramente un personaggio d’eccezione, è infatti Giuseppe Sciola. Egli ha preso a scolpire sin dalla più tenera età senza maestri né incoraggiamento alcuno. Il suo modo di “trattare” la pietra, che egli asseconda con folgoranti intuizioni mettendone a partito le naturali scabrosità, è un fatto istintivo del tutto spontaneo. Un giorno nel parallelepipedo di calcare che serviva da panca ai suoi familiari, accanto alla soglia della casetta rustica, dove abita a San Sperate, intuì una figura di scolaretto che avanza con passo esitante e senza altro impugnò martello e scalpello per farla “vivere”. I familiari lo presero per matto. Brontolavano per lo scriteriato uso che faceva della loro panca e più ancora per il rumore incessante delle martellate. Il ragazzo si rassegnò allora a trasferire lo “studio” sul ciglio di una strada campestre all’uscita del paese e lì ultimò la statua esposta poi in città alla mostra che lo ha “rivelato”.

Le opere di Giuseppe Sciola sono state oggetto nei giorni scorsi prima di curiosità poi di vivo e convinto interesse da parte degli artisti cagliaritani, dopo che s’era sparsa la notizia del giudizio espresso dalla giuria della mostra studentesca. La giuria – come è noto – ravvisava nelle sue sculture «l’impronta di una forte personalità che opportunamente indirizzata agli studi artistici potrebbe rivelare alla Sardegna un talento sconosciuto».

Al “caso” dello scultore-contadino si è interessato l’arch. Guido Vascellari il quale ha assegnato a Giuseppe Sciola un “borsa di studio” del Liceo Artistico cagliaritano. Davanti al giovane s’apre dunque una seria prospettiva di studi a indirizzo artistico.


Fonte: Gianfranco Murtas
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