Di Antonella Soddu
La Camera ha votato. La riforma, che riduce i deputati a 400 dai 630 attuali e i senatori a 200 dagli attuali 315, è passata con 553 voti a favore e quattordici contrari e due astenuti. Un voto che potrebbe dirsi a “maggioranza bulgara” a questa riforma. Hanno votato a favore tutte le forze di maggioranza e di opposizione. Hanno votato “NO” 14 Deputati tra cui Andrea Colletti del 5S e Angela Schirò (Pd) eletta all’estero si è astenuta. Per essere definitivamente approvata aveva bisogno della maggioranza assoluta dei componenti dell'Assemblea, pari a 316 voti. Ne ha raggiunti 553. La riforma è quindi diventata legge. Non ci sono state sorprese dunque. Non potevano esserci, sarebbe caduto il Governo e saremmo andati incontro a un’ulteriore crisi. Oggi però, si può e si deve discutere sulla qualità di questo provvedimento cavallo di battaglia dei cinque stelle – ma non solo. Vediamo. Al momento i Deputati sono 630 e i Senatori 315. Sono troppi? "Qualcuno afferma di sì. Dipende però, da come si calcolano – ha sottolineato pochi giorni fa Sabino Cassese - giurista e accademico italiano e giudice emerito della Corte costituzionale - ospite di un noto programma Tv – Se facciamo paragoni con altri paesi per esempio, risulta che ne abbiamo più o meno quanto i francesi, meno degli inglesi e più dei tedeschi e abbiamo un sistema di Stato differente. La nostra, infatti, è una Repubblica Parlamentare. Secondo il M5S – che ha fortemente voluto questa riforma - battezzata con il nome “taglio delle poltrone” - questo taglio produrrà in dieci anni un risparmio pari a 1 MLD Cento milioni di euro l’anno (secondo il relatore della legge e secondo anche le dichiarazioni del capo politico del M5S). Un risparmio che è pari a 1/7 del costo dei 90 F-35 che ci accingiamo ad acquistare dagli USA. Una cifra risibile dunque, nell’ambito dell’economia generale dei nostri costi. Allora qual è il vero motivo di questa riforma? Probabilmente è insito nel contesto della polemica che vede contrapposti gli estimatori della democrazia diretta contro i detrattori della democrazia rappresentativa tradotta nel messaggio – “tu Parlamento, non rappresenti davvero quindi ti riduco in termini di numeri”. Tesi – quest’ultima - che suffraga ampiamente il pensiero di Davide Casaleggio fondatore della piattaforma Rousseau il quale si sofferma spesso a dire che – “Oggi grazie alla Rete e alle tecnologie, esistono strumenti di partecipazione decisamente più democratici ed efficaci in termini di rappresentatività popolare di qualunque modello di governo novecentesco. Il superamento della democrazia rappresentativa è inevitabile. E il Parlamento cosi com’è vecchio e obsoleto”. Eppure il Parlamento è il centro della democrazia rappresentativa. Come abbiamo visto all’interno della stessa maggioranza sono emersi evidenti “mal di pancia”. L’episodio del Deputato Colletti dei 5S e i numerosi mal di pancia di molti dello stesso Pd, Forza Italia e Lega. Soprattutto dentro il pd, le difficoltà da “digerire” la linea politica di compromesso per tenere in piedi la maggioranza di Governo, sono tante se vero, com’è vero fino a pochi mesi fa nelle commissioni Parlamentari, era prevalso sempre il “NO”. Non solo; nel corso delle dichiarazioni di voto è emerso che molti parlamentari se avessero avuto modo di esercitare il voto segreto avrebbero votato “No”. Ieri in Parlamento è prevalso il populismo, l’incoerenza e il totale scollamento da parte della politica da quelli che sono i veri problemi del Paese. Il riassunto di tutto è insito nella parole dell’intervento di Roberto Giachetti (Pd) che dopo aver ampiamente smontato le ragioni di questa riforma, ha concluso – “Ciononostante, signor Presidente e colleghi, io voterò a favore su questo provvedimento, perché sto nella maggioranza e sono leale. Un secondo dopo il mio voto su questa riforma mi adopererò affinché, insieme alla mia firma, vi sia il numero necessario tra Camera e Senato per ottenere lo svolgimento del referendum e qualora riusciremo a mettere insieme le firme necessarie, sarò il primo a costituire o, comunque, costituirò un comitato senza alcun dubbio per il “no” su questa riforma.” Ovviamente a esultare è il M5S che porta a casa una vittoria dal punto di vista simbolico, avendo fatto di quest’argomento un cavallo di battaglia. Dall’altra parte il PD e Renzi stesso con il suo nuovo movimento hanno detto – “poi ci saranno i contrappesi”. Sappiamo che passato il taglio dei Parlamentari ci saranno i cosiddetti contrappesi – si parla di una nuova legge elettorale, altre riforme Costituzionali e lì chi vivrà, vedrà. Non sappiamo cosa faranno in futuro i prossimi 600 parlamentari. Cambia il rapporto numerico di rappresentanza sia alla Camera - 1 Deputato ogni 151.210 abitanti contro il rapporto 1 a 96.006 odierno – sia al Senato - 1 Senatore ogni 302.420 abitanti contro il rapporto 1 a 188.424 attuale. Dovranno esser ridisegnati i collegi elettorali. La legge Rosato è una pessima legge elettorale che va letteralmente resettata e possiamo star sicuri che il futuro scenario della discussione politica verterà sulla discussione “Proporzionale” e/o “Maggioritario”. Quale legge elettorale fare dunque? Secondo il Prof. Gianfranco Pasquino - Professor Emerito di Scienza politica nell'Università di Bologna – “Le leggi elettorali devono esser valutate in base ad un principio dominante –non esclusivo ma, dominante – dare potere agli elettori. La legge elettorale proporzionale se non ha nessun’altra clausola, se non consente il voto di preferenze, è una legge elettorale che da pochissimo potere agli elettori ma concede, infatti, potere a partitini come quello di Renzi i quali poi hanno il potere entro certi limiti di fare il bello e il cattivo tempo. Quindi, la prossima legge elettorale deve esser fatta secondo il principio dominante: “Dare il potere agli elettori”; poi discutiamo se elegge bene un Parlamento, se influisce sulla formazione del Governo…”. Insomma, il Paese non vive da tempo bei momenti e il velo sugli occhi degli italiani sembra non volersi sollevare per consentire di veder meglio quale beffa populistica ci stanno propinando.
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