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Martina Saiu

Trent'anni fa i Pink Floyd invasero Venezia

Sono passati trent'anni da uno dei concerti più spettacolari della storia: quello dei Pink Floyd a Venezia

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L’idea di un concerto in laguna è stata opera di Francesco “Fran” Tomasi che propose ai Pink Floyd un tour italiano che comprendeva una data all’Arena di Verona, una a Monza, due a Livorno, due a Cava dei Tirreni, e in conclusione una mega data indimenticabile e Venezia.


L’idea

Il progetto fu concepito come un immenso e a dir poco suggestivo evento gratuito sull’acqua, davanti a San Marco, in data 15 luglio 1989. La band fu così entusiasta  dell’idea che decise di supportarne la realizzazione di tasca propria.

La scenografia è sempre stata un elemento importante, diciamo pure fondamentale delle performance dei Pink Floyd, luci, maiali aerostatici, muri che si compongono e si distruggono sul palco, la maestosa Pompei non poteva mancare un concerto galleggiante a Venezia.

L’obiettivo di Tomasi era non solo fornire una scenografia memorabile alla band ma anche donare prestigio alla città in onore delle celebrazioni per il Redentore, nata per la fine della peste e che si svolge ogni secondo sabato di luglio.

Il progetto

Per donare un maggiore impatto scenico si progettò un palco galleggiante, di fatto una delle imprese tecnicamente più complesse della storia concertistica italiana e non solo.  

L’impresa prevedeva non solo il blocco del traffico marittimo ma anche uno studio minuzioso delle correnti in modo da non creare disagi e di non compromettere la messa in sicurezza di palco e mixer, il quale era collegato  allo stage con cavi sottomarini di trentacinque metri.

Il delicato intervento, opera di due sub scozzesi  consisteva nell’ancoraggio delle due piattaforme, di cui quella per il palco  doveva misurare cinquanta metri per trenta, al fondo.

L’accoglienza

Il concerto con l’autorizzazione firmata all’ultimo, fu trasmesso in diretta e in mondovisione dalla Rai e durò solo 90 minuti per esigenze televisive.

Dal punto di vista dell’accoglienza la città non seppe organizzarsi per l’invasione dei fan della band  provenienti da tutto il mondo.

Oltre Duecentomila persone si riversarono nella città, occupando ogni spazio possibile sia in piazza San Marco sia sulla Riva degli Schiavoni, sin dalle primissime ore del mattino.

Le polemiche

Inutile ricordare le accese polemiche tra sostenitori e detrattori di tale operazione. Al centro del dibattito c’erano il volume e il decoro urbano.  SI trovò un compromesso per i volumi e alla fine, nonostante le complicazioni logistiche, l’evento si svolse con un successo straordinario ed è annoverato tra i dieci concerti più belli della storia.

Tomasi, osteggiato in tutto e per tutto in questa folle impresa, un anno dopo tappezzò la città di manifesti dell’evento che ritraevano i rilessi magici del palco sull’acqua e i monumenti, con un’unica scritta: mai più così.


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