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Ilaria Loddo

VIA COL VENTO

recensione del libro di Margaret Mitchell

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«La vita non è obbligata a darci quello che desideriamo. Dobbiamo prendere quello che ci capita e ringraziare che non sia peggio.»

“Via col vento” è un romanzo di una bellezza struggente, in cui non c'è spazio per la descrizione mediocre dei sentimenti umani o per qualche patetico tentativo di ammorbidire la durezza della vita.

Il romanzo presenta una visione realistica e non idealizzata dell'esistenza umana, mettendo in luce l'importanza della sopravvivenza e dello spirito di adattamento in quei momenti in cui il vento della vita soffia forte, ribaltando le circostanze e spazzando via tutte le cose che portiamo nel cuore, come delle laide foglie secche strappate ai rami.

Rossella è come il glicine: cresce avvolgendosi attorno a qualsiasi supporto e con il tempo, se il sostegno non è abbastanza forte, lo strangola annientandolo nella sua morsa.

È incapace di amare chiunque all'infuori di se stessa, in parte per indole, in parte perché la guerra l'ha sottratta a una giovinezza che potesse permetterle di maturare i propri sentimenti, infliggendole fame e voracità, estrapolando in lei quella tenacia di veder la vita cadere più volte a pezzi e poi di ricominciare.

Rhett rimane folgorato dal suo narcisismo e nutre per lei un amore che non è ricambiato ma che sarà solo la consolazione di un uomo, a lei fastidiosamente simile, pericolosamente abile nel leggerla come un libro aperto, incapace di discernere la differenza tra l'amore e quel sottile erotismo eviscerato lentamente e con costanza, lungo tutto il romanzo e che permea quella strana elettricità tra due personaggi così complessi e ricchi di sfaccettature. 

Da fare a contraltare a questi due impeti tempestosi, ci sono due nuvole sfuggenti, dai contorni indefiniti, capaci di continui mutamenti, soggiogate dal vento.

Qualche volta bianche e luminose, qualche altra oscure e cariche di pioggia.

Melania è una figura eterea, rassicurante, gentile, incapace di coltivare in sé cinismo e malizia, e, allo stesso modo, di difendersene quando quelli altrui si ritorcono su di lei, rivelando la sua natura passiva, sottomessa, piegata ai desideri di chi le gravita attorno.

Ashely è un sognatore, un idealista, un pusillanime, la cui ignavia si manifesta 

nel congiungimento all'esercito confederato, non per sostegno alla causa, ma per contento degli amici; 

nella soggezione al fascino irruento di Rossella, senza mai riuscire a possederla; 

nel rassicurante matrimonio con Melania, senza mai dimostrarsi capace di contraccambiarne la dedizione.

“Via col vento” racconta le contraddizioni che ci portiamo dentro, la brama di ambire al successo, il coraggio che ci manca per poterlo afferrare.

Ci instilla il desiderio che Rhett conceda a Rossella l'ennesima possibilità di crescere insieme e la speranza che lei, in quel famoso domani, sia riuscita a riconquistarlo.

Siamo delle creature strane e complesse, con mille sfaccettature e forse è proprio questa la ragione del successo del romanzo: nella sua storia, in ogni suo personaggio, in ogni suo momento, c'è un frammento di ciascuno di noi.

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